Esclusiva TCF & Centro Gianfortuna – Calcio e Salute
In questo articolo vengono affontati alcuni aspetti delle lesioni muscolari a carico del quadricipite. Nella prima parte domande relative ai fattori di rischio e trattamento ed all’inquadramento iniziale, nella seconda quelli relativi a riabilitazione e riatletizzazione, con esempi pratici
Quanto sono frequenti le lesioni muscolari nel calcio? Ed esistono differenze tra calciatore e calciatrice?
Le lesioni muscolari rappresentano nel calciatore di alto livello circa il 30% di tutte le lesioni, di cui quelle a carico degli ischiocrurali e del quadricipite sono nell’uomo rispettivamente circa il 37% e il 20% del totale. Mentre la incidenza delle lesione del legamento crociato anteriore nella donna è ben documentata, non si hanno altrettante informazioni in merito alla specificità delle lesioni muscolari. Tuttavia alcuni recenti lavori mostrano come nella calciatrice l’interessamento dei due gruppi muscolari sia diverso, con le lesioni del quadricipite circa 2.5 volte più frequenti che nel calciatore.
Cosa determina il rischio di avere una lesione muscolare ?
Il rischio di lesione è conseguente a fattori non modificabili (i principali età, sesso, precedenti lesioni, caratteri anatomici) e fattori modificabili (tra i quali allenamento, livello di competenza, forza ed elasticità muscolare, squilibri muscolari, mobilità articolare, inadeguate strategie di recupero, composizione corporea, alimentazione ed altre abitudini di vita).
Quali sono gli aspetti più importanti in relazione al rischio all’interno del programma di allenamento?
Il rischio di lesione muscolare è stato messo in relazione principalmente con un brusco incremento dei carichi di lavoro nell’arco delle settimane (rapporto acuto/cronico), ma anche con una scarsa fitness aerobica e con una percentuale di lavoro svolto ad alta intensità (sprint e corsa ad alta velocità) sia troppo elevata che troppo bassa.
Quale è il meccanismo di lesione specifico per il quadricipite ?
La lesione è associata all’elevato impegno eccentrico nell’azione ripetuta di calciare, sprintare (in particolare alla fase di transizione tra massima estensione e massima flessione dell’anca) e nei cambi di direzione ad alta velocità; per questo, secondo la maggior parte degli studi, risulterebbe più colpito l’arto dominante. La presenza di squilibri muscolari sia tra muscoli agonisti che antagonisti, come di uno scarso controllo dinamico dei muscoli stabilizzatori amplifica il rischio derivante dal carico in allenamento. L’intervento di prevenzione richiede una stretta collaborazione ed un dialogo efficace tra staff sanitario e tecnico per valutare l’impatto dei fattori individuali e di quelli legati all’allenamento.
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